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L'immoralista/André Gide

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LOTTOMANTE
view post Posted on 12/12/2010, 12:51





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La trama de L'immoralista, così come Gide stesso la riassumeva all'amico Ghéon: "Un giovane e distinto pederasta (sissignore!) prende coscienza della sua vocazione in seguito a una malattia. Sposatosi durante il suo vecchio regime, il nuovo al quale è convertito si addice meno al suo matrimonio - e viceversa. Sempre più infastidito dalla moglie, la sopprime poco a poco".

E' Michel, il giovane in questione, a raccontare in prima persona, in uno stile di sobria eleganza in cui Gide ha trovato finalmente la sua cifra, il recit - e non già il romanzo - che attende il lettore. In Tunisia, dove si è recato in viaggio di nozze, egli è colpito da una grave forma di tubercolosi e riesce a salvarsi grazie alla dedizione della moglie. Come era già avvenuto per Gide, che aveva conosciuto una esperienza simile, e che in quegli stessi anni leggeva Nietzsche, la malattia si annuncia per Michel come una rinascita, l'iniziazione a una nuova forma di salute. Assieme alla volontà di vivere e alla gioia dei sensi, Michel ha la rivelazione di un altro se stesso, che va molto al di là della sua inclinazione per i bei ragazzi tunisini: "Da quel momento fu lui che io volli scoprire: l'essere autentico, il "vecchio uomo" in noi, quello che il Vangelo aveva rifiutato; quello che tutto intorno a me, libri, maestri, genitori e io stesso, ci eravamo sempre sforzati di sopprimere... Da quel momento provai disprezzo per l'altro essere, secondario, costruito, che l'istruzione aveva formato al di sopra. Dovevo scuotermi di dosso quelle sovrapposizioni".

Michel sa che il maggior ostacolo alla sua metamorfosi è costituto dalla moglie Marceline, che egli continua, suo malgrado, ad amare ma che, innamorata di un'immagine del passato "ogni giorno più falsa", rappresenta un intollerabile richiamo al suo vecchio "essere". Così, quando a sua volta Marceline si ammalerà di tubercolosi, Michel la trascinerà in un viaggio a tappe forzate dalla Svizzera, dove sta recuperando le forze, verso un'Africa di cui egli sente sempre più fortemente il richiamo, pur rendendosi oscuramente conto che così facendo la uccide. Giunto alla fine del suo percorso, dopo avere tutto sacrificato al suo egoismo feroce e alla sua nuova "teoria" della vita, l'immoralista è tuttavia costretto a confrontarsi con una nuova, inattesa, rivelazione: "Saper liberarsi non è niente, il difficile è sapere essere liberto".


Pubblicato un secolo fa, nel maggio 1902, dopo quindici anni di gestazione, uno dei testi letterari più celebri e scandalosi del Novecento, L'immoralista di Gide, passava, tuttavia, al momento della sua prima apparizione, completamente inosservato. Era un'opera in anticipo sul suo tempo e il primo a presagirne l'insuccesso era stato l'autore: "Perché - egli scriveva nel suo Journal, l'8 gennaio di quell'anno - ne tiro solo trecento esemplari?... Per tentare di dissimulare un poco a me stesso l'irrisorietà delle vendite... Se ne tirassi milleduecento copie soffrirei quattro volte di più". A quell'epoca Gide aveva trentatré anni e all'insuccesso era già abituato, poiché tutto quel che aveva pubblicato fino ad allora, la sua raccolta di poesie - I quaderni di André Walter -, il Trattato di Narciso o Teoria del simbolo, dedicato a Paul Valéry, le sue meditazioni autobiografiche - Paludi e nutrimenti terrestri -, i suoi testi teatrali - Saul, Filottete, Il Prometeo mal incatenato - erano stati apprezzati soltanto da una ristrettissima cerchia di amici. Era necessario aspettare l'arrivo degli anni '20 e l'esplosione delle avanguardie perché Gide potesse essere salutato come un maestro.

Bellissimo
 
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