lotto.landia

L'idiota/Fëdor Michajlovič Dostoevskij

« Older   Newer »
  Share  
LOTTOMANTE
view post Posted on 12/12/2010, 12:33





image
Il protagonista del secondo grande romanzo di Dostoevskij, "L'idiota", pubblicato nel 1869, è il principe Myskin, ultimo erede di una grande famiglia decaduta. Il personaggio è una creatura spiritualmente superiore, in cui la generosità d'animo e la candida fede nel prossimo si accompagnano ad una totale inesperienza di vita e ad una sorta di paralisi della volontà.
Queste sue caratteristiche sembrano scaturire dal fatto che egli sia cresciuto in un villaggio svizzero dove è guarito da una malattia nervosa, che lo porta ad essere indifeso e fiducioso nel prossimo.
Di ritorno in Russia, si scontra con una società malata e crudele, dove il suo atteggiamento bonario ed innocente è considerato da “idiota”.
Gli è compagno di viaggio Rogozin, un giovane esuberante e violento, che gli narra il suo amore folle per la bella Nastasja Filippovna.
Giunto a Pietroburgo, Myskin si reca dal generale Epancin, suo parente, e apprende che il segretario di questo, Ganja, vorrebbe sposare Nastasja Filippovna, attirato più che altro dalla dote, che un passato amante e benefattore le ha destinato, e dalle relazioni di costei.
La sera della decisione irrompe in casa di Nastasja Filippovna Rogozin, che offre una cifra pari alla dote di lei purché rifiuti Ganja e diventi la sua amante. Myskin, misteriosamente attratto dalla donna, si dichiara pronto a sposarla per sottrarla a quel mercato umiliante.
Nastasja, commossa ma incredula, fugge con Rogozin. Di Myskin s'innamora intanto la giovane e aristocratica figlia del generale Epancin, Aglaja: ma fra le due donne, Myskin sceglie (sognando di strapparla una seconda volta a Rogozin) Nastasja.
Conscia della assoluta e profonda bontà del principe, Nastasja esita a lungo ma, sentendosi indegna di lui, si abbandona a Rogozin, il quale però intuisce la vera natura di quella scelta e, folle di gelosia per il rapporto ambiguo che lega Myskin a Nastasja Filìpovna, tenta prima di uccidere l’amico, infine uccide la donna.
Sul cadavere di Nastasja, Rogozin veglia una notte intera, assieme a Myskin, che ripiomba in questa circostanza nel suo stato di idiozia, ritorno finale allo stato di purezza dell’infanzia come rifiuto del male del mondo, l’unico moto di autodifesa possibile per il protagonista che non vuole più vivere in una società malata e crudele.



Commento


L'idea da cui era partito Dostoevskij era quella di rappresentare un uomo pienamente buono, ma il termine russo prekrasnyj indica però qualcosa di più radicale, indica lo splendore della bellezza. Infatti, il tentativo dello scrittore è stato quello di rendere con la parola il pieno splendore di un uomo e di far ruotare intorno a questa immobile figura un mondo popolato da uomini e donne che invece vivono nella tenebra e da quello splendore sono attratti e respinti al tempo stesso. L'uomo pienamente splendido è il principe Lev Nicolaevic Myskin.
Dopo aver raccontato la dicotomia tra Bene e Male in "Delitto e castigo", Dostoevskij avrebbe scelto di approfondire il tema del Bene in questo romanzo ma in un modo del tutto particolare ed eversivo.
Il principe Myskin non è affatto "buono" nel senso corrente del termine. Certo non rifiuta mai di prestare aiuto, anzi è generoso, ma se la bontà dovrebbe fare in modo di alleviare le altrui sofferenze, allora "l'idiota" non può annoverarla tra le sue virtù. Al contrario, in ogni occasione Myskin, incurante del disagio di chi gli sta di fronte, punta semmai a mettere a nudo il nucleo del dolore dei suoi interlocutori.
Così facendo travolge le difese che costoro si sono eretti per proteggersi dal contatto diretto con il male interiore, perché per lui non importa amare o odiare, fare il bene o fare il male, se ciò conduce inesorabilmente a commettere l'unico vero peccato, che è quello di distrarsi dal prossimo per le proprie passioni. Non passione ci vuole, ma compassione, capacità cioè di estrarre dall'altro la radice prima del suo dolore e di farla propria senza esitazione.
Questo è il messaggio eversivo del principe Myskin, che si afferma come una legge nuova, la legge della compassione, che non ha nulla di normativo dal momento che la sua attuazione si ha soltanto in presenza dell'incontro tra il dolore radicale dell'uno e la disponibilità immediata dell'altro ad assumerlo su di sé: lo splendore della bellezza, "l'idiozia" del principe Myskin.
Si capisce a questo punto quanto fosse ambizioso e disperato il tentativo di Dostoevskij di rappresentare tutto ciò attraverso un personaggio, che incarna lo splendore della compassione e lo porta in sé come un dono.
Gli appunti preparatori al romanzo mostrano come fosse intenzione di Dostoevskij creare una tale figura di assoluta, incontaminata purezza, che cerca di redimere il mondo con la sua innocenza, simile, a detta dello scrittore, a Cristo, ma anche a Don Chisciotte, in quanto la bestialità dell’uomo lo costringe a rientrare nel suo stato di follia per non contaminarsi.
Il principe Myskin è senz’altro il più bel personaggio creato da Dostoevskij, forse il più affascinante della letteratura mondiale, mentre la miriade di personaggi che agisce intorno a lui è da considerare un po’ convenzionale, con alcune significative eccezioni in Nastasja Filìpovna e Rogozin.



Bellissimo



 
Top
0 replies since 12/12/2010, 12:33   32 views
  Share