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Bianca, display nero a numeri rossi. Sensibilissima. L’istituto mondiale dei pesi e delle misure (ammesso che esista) non possiede un aggeggio di simile precisione. Ci poggi su una piuma e lei, zac, precisa al micro grammo. Implacabile. Incorruttibile. Già perché nel corso del tempo, le ho provate tutte per farmela amica, vuoi le pile nuove? Ti lucido il quadrante? Vuoi cambiare posto? Hai abbastanza luce? Hai freddo? Hai caldo? Guarda che ieri solo un aperitivino, due fritti, ma piccoli piccoli. Ho passato mesi a combattere con quella maledetta bilancia. Poi ieri mi si rompe tutto in bagno, acqua dovunque, non penso affatto al tipo del piano di sotto, ai mobili, entro a razzo a salvare lei. La preziosa. L’unica. Arriva l’idraulico, la vede, ci sale sopra e mi dice “ciccia ma ‘sta bilancia la devi buttare, va perlomeno due chili avanti”. Io lo guardo intenerita “No c.i.c.c.i, sei tu che sei ingrassato”. Insiste. Propongo un caffè consolatorio. Non molla. Guarda la bilancia, Me la gira, me la rovescia, smanaccia coi contatti. Poi serafico: “Cicci, lo vedi? S’era sregolata” poi mi fa vedere roba complicata che ho già dimenticato. “Dai, prova, prova adesso”. Ora, si sa. Non esiste donna che salirebbe su una bilancia davanti ad un uomo (a meno che non sia un medico e dunque costretto al segreto professionale). Così impapocchio che ora non è il caso, e poi l’acqua, eddai sistemiamo ‘sti tubi, il caffè si fredda. Se ne va. Restiamo sole. Io e lei. La bilancia. L’oracolo che per mesi ha regolato, in grammi - una vocina dentro sta sussurando che scrivere in chili sarebbe più onesto, ma la ignoro - il mio buonumore. Ci salgo su. Peso due chili in meno di due ore fa. Settimane a documentarmi di quante calorie ingurgiti se rosicchi il tappo di una bic e lei mentiva. C’aveva la sregolazione la stronza.. Da stasera e fino a nuovo ordine fankulo la dieta. Se ingrasso, sarà perché c’ho la “sregolazione” mica per la pizza.
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