| Cocktail
- Trattenimento elegante, come orario si posiziona nel tardo pomeriggio: tra le 17,30 e le 19 (orari condizionati dalla latitudine e dalle stagioni). - Il cocktail ha un tono formale e la durata non "fora" le 2 ore. Dilungandosi ben oltre l'ora di cena, gli ospiti ancora presenti saranno serviti con piatti caldi (risotti o paste di diverso tipo), ma sempre nel piatto in mano. Cocktail (si pronuncia kòkteil), da cock (gallo) e tail (coda), probabilmente è una deformazione popolare di cocktay, dal francese coquitier (portauovo e, quindi, misurino). Per estensione: il trattenimento elegante, definito anche cocktail party. Negli anni Trenta l'autarchia linguistica imperversante in Italia, tentò di tradurre cocktail con concotello o arlecchino. - Il biglietto d'invito al cocktail precisa il giorno, l'ora e il luogo dell'incontro. L'aggiunta della sigla R.S.V.P. (répondez s'il vous plait) impegna a confermare, o meno, l'adesione. Al cocktail si possono "infiltrare" anche persone non espressamente invitate, purché introdotte da un ospite ufficiale. - L'invito, esteso alle persone più disparate, deve considerare l'età degli invitati. sarebbe bene non estenderlo a persone che notoriamente aborriscono questo genere di ricevimenti. Gli anziani preferiscono stare seduti comodamente; inoltre, l'udito precario potrebbe rendere sgradita la confusione che inevitabilmente si crea. - La puntualità non rientra negli obblighi degli ospiti, i quali possono lasciare il trattenimento dopo mezz'ora. Prima di andarsene gli invitati salutano i padroni di casa o la persona che ha organizzato il cocktail. - In una abitazione privata i padroni di casa ricevono gli invitati sulla soglia del salotto, lei alla destra di lui. In attesa di altri arrivi, si mescolano agli ospiti, intrattenendosi con loro. - Abbandonando la festa si prende commiato dai padroni di casa e dalle persone che si conoscono meglio. - Il luogo pubblico si sceglie quando l'occasione è più che altro pubblica: una sfilata di moda, l'inaugurazione di una mostra, una festa L'anfitrione si saluta e si ringrazia personalmente. Cocktail, o più propriamente short drink, è una bevanda alcolica alla cui preparazione partecipano vari ingredienti alcolici o non, amalgamati con ghiaccio nello shaker. Il classico bicchiere da cocktail ha una capacità di 0,90 dl.
1934 Cocktail
Offesa al buon gusto
Certe padrone di casa hanno messo di moda l'uso, che si diffonde fin troppo, dei ricevimenti cocktail. Dalle sei alle nove di sera, esse offrono agli amici dei beveroni fabbricati con ricette d'America. Il cocktail è una offesa al gusto e al buon senso. E' sconveniente invitare il prossimo a bere prodotti che partecipano a un tempo del medicamento, del dentifricio e dell'esplosivo. (Paul Reboux, «Il nuovo saper vivere»)
1935 Cocktail
Importazione americana origine italiana Ai nostri giorni è penetrata anche da noi l'abitudine di offrire un cocktail se, dopo il tè, la conversazione si protrae per qualche ora ancora. Il cocktail è un insieme di liquori che mette a dura prova la stabilità degli spiriti. I cocktail sono d'importazione americana, ma hanno la loro culla proprio da noi; solo il movente era ben diverso da quello americano che ha fatto degenerare il cocktail in un vero miscuglio di liquori dannosi all'organismo umano. Il cocktail nostro voleva essere come un aperitivo, un semplice stimolante dell'appetito e le signore italiane debbono nei loro salotti rivendicare la sua prima origine. Il cocktail si prepara con tutte le regole d'arte richieste con una miscela che ogni signora sa ideare ma di cui ne è gelosa. (Ines e Mimy Bergamo, «Il libro della signora»)
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