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Il Galateo a tavola

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LOTTOMANTE
view post Posted on 9/2/2007, 14:37




Uccellagione

Uccelletti e piccioni, nei pranzi formali, non hanno accesso, salvati
dall'impossibilità di scarnirli con coltello e forchetta.
 
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LOTTOMANTE
view post Posted on 9/2/2007, 22:24




Uova

L'uovo al piatto va servito in tavola nel tegamino di cottura. Si
immergono con la forchetta dei pezzetti di pane che poi si portano alla
bocca.
L'uovo alla coque va servito nell'apposito supporto. Con un cucchiaino
si spezza la cima del guscio (i pezzetti si tolgono con le dita). Si mangia
con il cucchiaino. Solo nell'intimità è permesso inserire dei pezzetti di
pane che si portano alla bocca con il cucchiaino.
Le uova fritte richiedono la forchetta; se al prosciutto, la forchetta
e coltello; se strapazzate, il cucchiaino o la forchetta.
L'omelette e la frittata, in tavola intere e quindi tagliate in varie
parti, si mangiano con la forchetta, ammettendo l'eventuale contributo di un
pezzetto di pane.
ABBINAMENTO DEI VINI:
bianchi asciutti, freschi





 
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LOTTOMANTE
view post Posted on 9/2/2007, 23:07




Vegetariano

Invitato ad un pasto o ad un soggiorno, il convinto vegetariano si
preoccupa di segnalare le sue necessità. In questo caso la padrona di casa
può prevedere un menù adatto.
Il vegetarianismo, o vegetarismo, è un sistema di alimentazione che sulla
base di presupposti igienici ed etici proscrive l'uso di alimenti carnei
(pesci compresi). La dieta del vegetariano prevede l'uso di alimenti
vegetali o di prodotti di origine animale (uova, latte, burro, formaggio),
che non comportino la morte dell'animale stesso.

 
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LOTTOMANTE
view post Posted on 10/2/2007, 12:42




Villeggiatura

In campagna i padroni di casa e gli ospiti possono tranquillamente
ignorare gli abiti impegnativi ed abbigliarsi in modo semplice, senza
l'obbligo di giacche o altro. Anche ricevere è meno cerimonioso, le tavole
più rustiche, tanto nel servizio quanto nella preparazione dei piatti.
Al mare non si impongono rapporti di familiarità ai vicini di
ombrellone, ove risulti evidente che non sono graditi. Gli orari delle
colazioni, rispettati. Volgare circolare in costume nei locali dell'albergo
e ancor peggio sedersi a tavola in tale abbigliamento. La semplicità è
sempre la cosa migliore e certi sfoggi di gioielli sano di piccola borghesia
ansiosa di sfogare frustrazioni recondite.
Al termine della villeggiatura, se impossibilitati dal congedarsi
personalmente, si invia un biglietto da visita con i saluti e la sigla
«P.P.C.» (Pour Prendre Congé).
 
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LOTTOMANTE
view post Posted on 10/2/2007, 13:12




Vino

La quantità di vino da servire nel bicchiere dipende dal tipo di vino.
Mai, comunque, oltre i tre quarti, e sempre servendo da destra. E' premura
del personale di servizio mescere il vino di tanto in tanto, riportando a
misura il livello, ruotando leggermente la bottiglia nell'alzarla dal
bicchiere, per non lasciare sulla tovaglia il "ricordo" di qualche goccia.
Un semplice gesto della mano è più che sufficiente per esprimere un
appagamento, ovvero che non si desidera altro vino.
Ad ogni tipo di vino si sostituisce il bicchiere, anche nel caso in cui
si trattasse di vino dello stesso colore.
Al brindisi non si può rinunciare. In quanto gesto simbolico, gli
astemi possono limitarsi a sfiorare il bicchiere con le labbra.
Vino e acqua non si miscelano, ma si bevono separatamente e senza
alzare il mignolo.
Il bicchiere va avvicinato alla bocca, non la bocca al bicchiere.
Prima di bere si pulisce la bocca con il tovagliolo. Operazione che si
ripete dopo aver posato il bicchiere al proprio posto.
I vini pregiati vanno serviti dalla loro bottiglia, mentre quelli
comuni si presentano nella caraffa. E' molto chic mettere anche lo champagne
(o lo spumante) nella caraffa.
La bottiglia non si prende per "il collo", ma si impugna circa a metà,
all'altezza dell'etichetta, facendo in modo che questa sia leggibile dal
commensale.
Tutti i vini restano sulla tavola fino al termine del pranzo, anche se
ad ogni portata si cambia tipo. Nei pranzi formali, dove il personale di
servizio si preoccupa di servire il vino, le bottiglie trovano posto sul
tavolino, o in un angolo della tavola.
«Sostenere che non bisogna cambiar vino è un'eresia - ha lasciato scritto il
gastronomo francese Anthelme Brillat-Savarin nella sua "Fisiologia del
gusto" (1825) -. La lingua si satura e dopo il terzo bicchiere anche il vino
migliore desta una sensazione ottusa».
Pasteggiando con champagne (o spumante) sulla tavola ci saranno solo il
flûte e il bicchiere dell'acqua.
Il padrone di casa, al quale compete la scelta dei vini, deve ricordare
quanto scrisse nell'Ottocento il gastronomo-magistrato Brillat-Savarin: «un
pasto senza vino è come un giorno senza sole». Lui stesso scende in cantina,
meditando sulla scelta del vino in base al menù previsto. Un vino adeguato
può salvare un pranzo fallito. La bottiglia va sturata dal padrone di casa,
il quale provvede all'assaggio, direttamente o rivolgendosi a persona di
riconosciuta competenza. Trattandosi di una vecchia bottiglia, si stappa
parecchie ore prima del pranzo, e già in quel momento ci si accerta della
qualità.
Oltre alle calorie, del vino vanno considerati anche i caratteri
organolettici: colore, limpidità, profumo, gusto.
La limpidità viene valutata:
- lucido
- brillante
- limpidissimo
- limpido
Il profumo si classifica:
- pieno
- nobile
- pronunziato
- delicato
- sottile
- tenue
- sfuggente
Il gusto è determinato dalla maggiore o minore presenza di alcuni suoi
costituenti, quali: zucchero, tannino, glicerina, ecc. In rapporto alla
presenza di zucchero si hanno:
- vini secchi e asciutti, quando la zucchero è pressoché assente
- vini abboccati, se la presenza dello zucchero è appena percettibile
- vini sulla vena, quando si avverte il gusto dolce
- vini amabili, se il dolce è chiaramente apprezzabile
- vini pastosi, se il dolce è netto ma non prevalente
- vini dolci, se lo zucchero risulta predominante
 
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LOTTOMANTE
view post Posted on 10/2/2007, 18:03




Vodka

Dal russo voda (acqua), la vodka si beve freddissima, da bicchierini
raffreddati.
E' un'acquavite ottenuta con la distillazione del mosto ricavata dall'amido
della patata o da altri cereali fermentati.
La lavorazione è molto simile a quella per il whisky. Esistono tipi
aromatizzati: in Polonia con un'erba, prende il nome di zubròwka; in
Danimarca con anice (akvavit); in Svezia e Norvegia con semi di cumino
(acquavit).

 
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LOTTOMANTE
view post Posted on 10/2/2007, 21:35




Volatili

Si portano alla bocca solo le ossa di piccoli volatili (e in questo
caso saranno approntate delle vaschette lavadita). Diversamente anche i
volatili richiedono il coltello e la forchetta.
ABBINAMENTO DEI VINI:
rossi di gran corpo, di forte gusto e profumo
 
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LOTTOMANTE
view post Posted on 10/2/2007, 22:27




Vongole - cozze

Alla marinara, cioè cotte e presentate nel loro guscio, non si servono
nei pranzi formali.
Crude possono trovar posto sul piatto dei frutti di mare. Come le
ostriche, si staccano con la forchettina e si portano alla bocca.
Per gli scarti si prevedono dei piattini o un piatto centrale.
 
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LOTTOMANTE
view post Posted on 10/2/2007, 23:34




Zucchero

Al momento del caffè o del tè si passa lo zucchero a chi ne ha la
precedenza.
Mancando la pinzetta, le zollette di zucchero si prendono con due dita.
In salotto è la padrona di casa (o la persona che serve), a passare la
zuccheriera, ma solo dopo che tutti i presenti siano stati serviti con la
bevanda.
Non si mette lo zucchero nella tazzina ancora vuota.
 
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LOTTOMANTE
view post Posted on 11/2/2007, 11:11




Zuppa

In tavola nella zuppiera, con il mestolo per servire, la zuppa ben si
accompagna a crostini, formaggio, eccetera, presentati su piccoli vassoi.
Minestra in brodo preparata in modi diversi, la zuppa ha origine nel gotico
suppa (fetta di pane inzuppata).
ABBINAMENTO DEI VINI:
zuppa di pesce: bianchi, abboccati e vellutati
 
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159 replies since 21/7/2005, 17:55   1372 views
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